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sabato 10 marzo 2012

decrescita razionale, altro che musse

Vandana Shiva ai giovani italiani: occupate la terra così come occupate le piazze!

Un intervista rilasciata da Vandana Shiva sul pericolo dell’alienazione delle terre pubbliche programmata dal governo Monti. I governi hanno fallito nel loro ruolo, la terra è l’unica salvezza, e va messa in mano a chi la coltiva
L’accesso alla terra è sempre più difficile, perché la terra fa gola agli speculatori e ai palazzinari. Lo Stato italiano, per esigenze di cassa, ha pensato bene di mettere in vendita i terreni demaniali, non solo quelli su cui ha un effettivo diritto di proprietà, ma anche quelli su cui insistono i secolari diritti degli “usi civici”. Ci stiamo letteralmente scavando il terreno da sotto i piedi, perché senza terra non c’è futuro. Sul portale di Navdanya International si è affrontato l’argomento con un intervista a Vandana Shiva, la nota scienziata ed attivista indiana, che insiste su un argomento: i governi hanno fallito il loro compito di rispondere ai bisogni della popolazione. La Terra è l’unico luogo dove tornare. Pubblichiamo per intero l’intervista:
 “La terra sostiene la nostra vita sulla Terra, e la Terra non discrimina tra giovani e vecchi, ricchi e poveri, per lei tutti i figli sono uguali.
Noi siamo legati alla Terra dal momento che ognuno riceve una giusta, equa e sostenibile parte di risorse: la biodiversità e i semi, il cibo che i semi ci procurano, la terra su cui possono crescere i cibi, l’acqua che scorre nei nostri fiumi e anche l’aria dell’atmosfera che respiriamo. La più grande sfida che dobbiamo fronteggiare oggi è quello che ho chiamato la rapina dei nostri beni comuni da parte delle multinazionali. I semi come beni comuni sono stati sottratti tramite la privatizzazione e brevettazione, l’acqua è stata privatizzata tramite leggi, la terra è stata privatizzata e rubata nei paesi poveri, in India, in Africa, ma anche nei paesi ricchi a causa dell’aggravarsi della crisi economica. Le vere forze che hanno generato la crisi, tramite una morte finanziaria, ora vogliono appropriarsi del benessere reale della società e del futuro, vogliono appropriarsi dell’acqua e della terra.
Penso che in questo momento di crisi,  di crisi economica, la terra è l’unico luogo in cui possiamo ritornare per ricostruire una nuova economia; e ogni governo alle generazioni future dovrebbe dire: “non abbiamo molto altro da darvi: abbiamo perso la capacità di darvi lavoro, sicurezza sociale e garantirvi un decente tenore di vita. Ma la terra ha ancora questa capacità, noi consegniamo le terre pubbliche agli agricoltori del futuro: provvedete a voi stessi”. Questo è un obbligo, visto il fallimento dei governi, nell’attuale sistema economico, nel prendersi cura dei bisogni della gente; la terra può prendere cura dei nostri bisogni, la comunità può prendersi cura dei nostri bisogni. E se vogliamo avere un’economia viva, e dobbiamo averla, e se vogliamo avere una viva democrazia, la terra deve essere al centro di questo rinnovamento: dalla morte e distruzione alla vita.
Mettere la terra nelle mani delle generazioni future è il primo passo, e se non lo faranno, seguendo la strada giusta, invito i giovani a occupare la terra così come stanno occupando le piazze; voi dovete fare un dono al futuro dell’umanità.”
Ritorno alla Terra

Ritorno alla Terra

La fine dell’ecoimperialismo
titolo: Ritorno alla Terra [link]
isbn: 9788864110295 [link]
autore 1: Vandana Shiva [link]
editore: Fazi Editore [link]

Tutti i libri di Vandana Shiva
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mercoledì 8 febbraio 2012

Sicilia: acqua pubblica in mano alla Nestlè, cittadini costretti a cucinare con le bottiglie

La Regione ha ormai da tempo regalato l’acqua purissima dei Monti Sicani alla multinazionale svizzera Nestlé

La Regione Sicilia ha deciso di privarsi, in cambio di una cifra irrisoria, dell’acqua purissima dei Monti Sicani, bacino acquifero della Quisquina. Le sorgenti sono state concesse alla multinazionale svizzera Nestlé che dal 2007 sottrae l’acqua ai siciliani per riempire le sue bottiglie Vera. La Nestè ne vende 380 milioni, .per un giro d’affari di svariate decine di milioni di euro.
Cosa ancor più incredibile è il fatto che l’acqua che sgorga nei rubinetti delle case della provincia non è pura. Girgenti Acque, azienda che gestisce il servizio idrico della provincia di Agrigento, offre ai cittadini dell’acqua imbevibile costringendoli ad usare le bottiglie persino per cucinare.
Campione (amministratore di Grigenti) vende e fattura della imbevibile e stomachevole acqua dissalata, utilizzando i suoi personali impianti di dissalazione di Porto Empedocle, ad un prezzo tre volte superiore rispetto a quanto costerebbe la pregiata acqua purissima delle sorgenti di Santo Stefano di Quisquina cedute alla Nestlè“, denuncia l’agrigentino Salvatore Petrotto sul suo LinkSicilia.
I cittadini di Agrigento hanno formato dei comitati per protestare contro questa situazione. La Regione dovrebbe inoltre ribadire la priorità dell’uso idro-potabile delle risorse idriche del territorio rispetto all’uso privato, in questo modo la Nestlé retrocederebbe. Questo anche in nome di un volere nazionale espresso da tutto il popolo italiano nell’ultimo referendum sull’acqua pubblica.
Fonte: E-IlMensile
Articolo Tratto da Cado In Piedi

AULIN (Nimesulide): Spagna, Finlandia e Irlanda lo ritirano dal commercio per tossicità




 di Dioni per Informare x Resistere
COME PUÒ ESSERE CHE UN FARMACO venga ritirato dal commercio in diversi paesi e in altri addirittura vietato per i suoi gravi effetti collaterali e in Italia venga prescritto talmente tanto da farne il suo primo mercato mondiale?
Nel 2002, Spagna e Finlandia ritirano il nimesulide dal mercato per sospetta tossicità epatica. Cinque anni più tardi, l’Irlanda si accoda, dopo che sei pazienti sotto Aulin sono stati costretti al trapianto di fegato per grave insufficienza epatica.
In Italia di tutti questi dubbi non c’è traccia, tanto che oggi il nostro Paese consuma il 60% della produzione mondiale di nimesulide. Perché mai l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) non si è allarmata come le agenzie spagnola, irlandese e finnica?
Nel maggio 2008 un’inchiesta guidata dal magistrato di Torino Raffaele Guariniello ipotizza un sistema illecito che potrebbe avere arrecato danni alla salute dei cittadini: mazzette ad un alto funzionario dell’AIFA (rappresentante anche nell’EMEA) per evitare i controlli sull’Aulin.[3] Arrestati 2 funzionari dell’AIFA, Pasqualino Rossi (EMEA CHMP) ed Emanuela Bove.
Nel maggio 2008 la SIF (Società Italiana di Farmacologia) riporta una nota che cita testualmente “Se essa (nimesulide) resta in commercio oltre che in Italia in ben altri 16 Paesi europei, fra cui Francia, Portogallo, Svizzera, Ungheria, è perché l’Agenzia regolatoria europea ha ritenuto che, nonostante quanto autonomamente stabilito da alcuni Paesi, il suo profilo di beneficio/rischio rimanga ancora favorevole. La SIF, inoltre, ricorda che la decisione presa dall’EMEA “è stata una decisione votata a maggioranza dai Paesi che fanno parte della Comunità Europea e che tutti condividono la partecipazione alle decisioni dell’Emea”.
Da allora, nulla è cambiato. L’Aifa si è solo limitata a girare ai medici italiani una circolare dell’Emea (l’Agenzia europea del farmaco) che, a febbraio scorso, ha imposto ai medici di prescrivere nimesulide solo se gli altri antidolorifici non hanno avuto effetto, mai per febbre o influenza. E comunque per non più di 15 giorni.
In Italia, la Nimesulide è il principio attivo di diversi farmaci: Algimesil, Antalgo, Areuma, Dimesul, Domes, Efridol, Eudolene, Fansulide, Flolid, Isodol, Ledolid, Ledoren, Nerelid, Nide, Nimenol, Nims, Noxalide, Resulin, Solving, Sulidamor, Fansidol, Sulide, Idealid, Delfos, Domes, Noalgos, Algolider, Aulin, Fansidol, Mesulid, Nimesil, Remov, Migraless, Edemax, Mesulid Fast, Nimedex e in molti farmaci generici.
Il Nimesulide non è commercializzato in vari Paesi: Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Canada, Germania.
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Nimesulide
http://disinformazione.it/aulin2.htm
http://www.informasalus.it/it/articoli/aulin-nimesulide-vietano.php



http://dioni.altervista.org/